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Centro Italia: Abruzzo

Aggiornamento: 19 set 2023

Il primo pensiero a Pescara è stato di andare al porto e cercare un mercato, dove ho comprato alcune provviste e mi sono riposata nell’oasi naturale della città, aspettando la sera. Essere on the road significa non avere sempre un posto riparato dove stare, il sole e l’estate sono sicuramente le condizioni più adatte soprattutto per i budget più bassi. Altrimenti bisognerebbe rifugiarsi spesso in bar e ristoranti.


Fa caldissimo, ho guidato molto e mi sento sudata e stanca, allora decido di andare a farmi un tuffo nel mar Adriatico. Mi rigenero, mi lavo nella doccia di uno stabilimento. La sera vengo ospitata a Chieti, una città dai mercati comunali e le cantine sociali, purtroppo in fase di gentrificazione e con pochi, se non solo uno, movimenti sociali antifascisti che riescono con difficoltà a proporre iniziative e prospettive di apertura e resistenza per il territorio e gli/le abitanti.


Gli e le abruzzesi sono persone calde, gentili, accoglienti e calme nel relazionarsi. Passo una giornata molto bella con gente appena conosciuta, alla larga dalle masse di ferragosto, e scambio, in armonia, idee e discorsi sulle scelte e le paure che si affrontano nella vita. È bello ascoltare nuovi punti di vista, darsi dei consigli, vedere tutto da nuove o altre prospettive.


Riparto...ora sono sola e ci resterò per almeno 10 giorni. Fuggo al Lago di San Domenico che diverse persone mi hanno consigliato, ancora poco conosciuto, probabilmente assente in molte guide turistiche. La cornice è splendida, un eremo, un ponte per raggiungerlo, una spiaggia circondata dal verde e un’acqua cristallina. Cerco un angolo per stare da sola, prepararmi il pranzetto e tuffarmi. Mi asciugo al sole, leggo e scrivo. Mi godo questo momento in solitaria dopo tanti giorni in compagnia. Rifletto, guardo l’acqua e provo a ripercorrere il vissuto fin qui, perché forse non ha senso andare avanti se non si rielabora quello che abbiamo visto, sentito, provato e assaggiato fino a quel momento. Io lo voglio condividere e mi ci voglio confrontare. Questo è un momento di benessere, di cura personale, di salute, tranquillità e serenità. Questo per me è stare bene.

Mi sposto verso il lago di Scanno, dove c’è più spazio per parcheggiare, trovo una trattoria che a una cert’ora chiude ma lascia il bagno fuori aperto, una grande comodità per i/le free campers. Addormentarmi e svegliarmi davanti al lago è una delle sensazioni più belle e rigeneranti che esistano, mi trasmette serenità e farlo così, decidendo all’ultimo dove dormire e adattando i propri bisogni all’ambiente, rispetta ancora di più il tipo di turismo e viaggio che m’interessa portare avanti quest’estate...improvvisato, lento, indipendente e libero dagli schemi turistico-commerciali, per niente o poco accessibili alla maggior parte delle persone.

Soddisfare i tuoi bisogni primari senza voler o poter spendere ti spinge a rubare a chi ruba le spiagge, a chi ruba lo spazio libero per occuparlo con tavolini di bar o ristoranti con prezzi inaccessibili, a chi incentiva un turismo orientato solo al profitto di pochi spingendo le persone ad aprire locali uno uguale all’altro dei quali la maggior parte fallirà entro un anno, a rendere impossibile il viversi la propria città perché i prezzi di affitti, case e servizi di prima necessità raggiungono prezzi esorbitanti, e dove non c’è nessun rispetto per l’ambiente. Voglio andare contro la costruzione di città circo che non sono destinate a resistere e a far vivere bene le persone, che sono parco giochi per grandi imprenditori e che soffocano (socialmente ed economicamente) gli e le abitanti.


Viaggiare con poco ti spinge a costruire relazioni di solidarietà e mutualismo con chi incontri e ti circonda, che può stare peggio o meglio di te o come te. Ci si scambiano beni di prima necessità, ci si fanno favori a vicenda, o magari come in un cerchio, dai a qualcunx e ricevi da qualcun’altrx. La condivisione è l’atto d’amore e politico più bello che esista in un mondo suddiviso dal privilegio di pochx, arricchito dalla diversità, fatto di generazioni distanti e vicine, disseminato di stili di vita, tradizioni, sistemi, stimoli e possibilità di vita e di crescita molto differenti. Viaggiare è evolvere, incontrare nuove persone e imparare o trasmettere qualcosa da e a chi ti sta davanti, attraverso il confronto, l’accoglienza e l’ascolto. Incontrare persone e condividere saperi ed esperienze è un atto politico, quello che so deve incontrare quello che sai tu, mescolarsi e contaminarsi, quello che so deve diventare patrimonio di tuttx.


Sono stata ospite di vecchx e nuovx amicx, dax qualx sono stata accolta con un calore, una generosità e una fiducia che non percepivo da un po’ di tempo. Il mio modo di ringraziare è sempre una buona bottiglia di vino, che man mano compro lungo il cammino.


Vado a fare un’escursione con F. che ha un’associazione, la Betulla (https://www.labetullaonline.com) , trekking, vino e cibi di qualità e fa lavorare ragazzi giovani arrivati da poco in Italia. Andiamo alla ricerca dell’orsa Marsicana, che al crepuscolo esce dalla boscaglia e si fionda sui rami di ramnus alpino per mangiarne le bacche. F. ci spiega che possiamo benissimo convivere con gli animali, non c’è bisogno di ucciderli e respingerli. È sufficiente lasciare loro lo spazio per spostarsi, procacciarsi il cibo e vivere in serenità. Il turismo veloce che vuole appropriarsi di esperienze senza alcun rispetto verso il territorio o la comunità locale uccide gli animali. Non bisogna andare a parlare dei bracconieri che fanno impugnare un fucile ai turisti americani in alcune riserve private in Africa per far loro provare l’ebrezza di uccidere un leone…basta restare in Italia, dove i turisti spingono gli orsi nei centri abitati inseguendoli con le macchine e i fari accesi nella notte e poi si spaventano, chiamano i soccorsi e l’orso viene ammazzato.

Sono a Punta Aderci, sembra una scogliera irlandese, l’acqua è trasparente, un trabocco antico si allunga in mezzo al mare, mi siedo nella sua ombra, sono sola, leggo e scrivo, ascolto tutto quello che mi circonda. Oggi forse mi sento un po’ sola ma molto beata, mi piacerebbe se i signori e le signore vicino a me m’invitassero a cenare con loro...invece vado a fare una bella spesa, parcheggio vicino ad altri camper e mi godo un tramonto incredibile, le luci infuocate, la luna sottile e bianca e le sagome degli alberi e dei cespugli. Mi sveglio all’alba, voglio arrivare alla punta del promontorio quando il sole sorge...incontro altre anime a caccia di luci del mattino…ci scambiamo degli sguardi di intesa e non ci disturbiamo. M’ispiro a un ragazzo che va in giro in bici a scattare fotografie, osservo la sua creatività e lo fotografo.

Sola non sono mai, dentro di me ci sono tutte le persone che amo e che in qualche modo porto con me, ogni cosa mi ricorda qualcunx…viaggiare così è importante perché ci si ritrova profondamente con se stesse, ci si prende il tempo per scegliere le cose che ci fanno stare bene, s’impara osservando, per strada, dalle altre persone.

Me ne vado quando le orde di gente arrivano…mi ricordo una fila di persone lunghissima venire contro di me, scappo dal delirio della spiaggia affollata…quello non è benessere. Tuttavia come possiamo fare? Non tuttx hanno la fortuna di scegliere il momento migliore per andare al mare! Viaggiare non è una scienza esatta e neppure una capacità scontata.


Salgo a piedi a Rocca Calascio, una fortezza in cima a un borgo di montagna, il più alto dell’Appennino, siamo a 1460 m. Non cedete alla speculazione dei bus turistici se potete camminare, la salita è leggera. Aspetto il tramonto per scattare delle fotografie e spero che la maggior parte delle persone se ne vada. È un’esperienza sublime, mi sono emozionata come quando sono stata sul Machu Pichu in Perù, davvero, il paesaggio di montagna inondato dalle luci di un sole caldo, vedere gli ultimi raggi entrare nelle fessure delle torri e i volti goduriosi delle persone che come me stanno apprezzando questo momento è immenso.

Riscendo al buio, in compagnia di un’amica al telefono, faccio qualche chilometro e trovo parcheggio, in un’area camper, vicino al borgo di Santo Stefano, idilliaco. Mi sveglio la mattina, faccio la solita doccia con le bottiglie d’acqua, esploro il territorio e mi rimetto in marcia.

(continua...)


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