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Questa quarantena ci dà il tempo di fermarci, leggere, scoprire, pensare, ascoltare e concentrarci su quelle cose a cui non diamo mai la priorità o il giusto spazio. Gli occhi e il corpo si sentono ingabbiati ma la testa può respirare e organizzare nuovi orizzonti di viaggio. Allora riparto riprendendo i racconti della Colombia...
Guatapé è stato uno dei posti più belli, un paesino affacciato su una laguna immensa dalla costa frastagliata che crea migliaia di piccole baie, tutte da esplorare.

Arrivata in paese con un piccolo autobus dal Terminal Norte di Medellin, sono andata al Lake View Hostel, un ostello modesto ma con un enorme finestra sul lago e comodo per visitare la regione. Un altro ottimo ostello, hippy e più immerso nella natura è Casa Cayam.
Dopo aver affittato una bicicletta al Colombia GateAway (https://www.colombiagetaway.com), ho pedalato fino alla piedra del Peñol per poi farmi i 676 gradini e salire fino alla cima. Qui c’è una vista pazzesca su gran parte della laguna. Incredibilmente sulla vetta ci sono due bar che servono birra ghiacciata miscelata con succo di mango e jugos naturales per tutti i gusti.
Tornando verso il paese mi sono imbattuta in una signora meravigliosa che stava friggendo un enorme lenzuolo di farina: la ojuela, una specie di chiacchiera di carnevale ma molto più piatta e gigante, ottima. Poi per non farmi mancare nulla, arrivata alla piazza principale di Guatapé, ho assaggiato le empanadas di una coppia di signor* che avevano l’aria di intendersene... e infatti sono le migliori che abbia mai mangiato in Colombia (il loro banchetto si trova davanti alla chiesa).
Il paese è super carino, certo molto turistico, ma ancora godibile: le case sono tutte colorate e decorate dagli zocalos, dei rilievi che rappresentano la cultura locale. Esplorate le sue vie e poi raggiungete la piazza de los zocalos, fermatevi a mangiare un gelato o una oblea ripiena o a prendere un caffé o una birra mentre ascoltate gli artisti di strada esibirsi.
La sera mi sono regalata un ristorante un po’ più chic (ma parliamo di 8 € per un piatto molto generoso) che si chiama la Terraza Blu (al 4° piano di uno degli edifici della piazza), con enormi vetrate e un bel panorama. Me lo ha consigliato un cuoco venezuelano che ho conosciuto in un bar dicendomi che lì avrei mangiato la migliore trucha a la marinera (trota alla griglia con una zuppa di frutti di mare cremosa e deliziosa). E infatti aveva ragione, se andate a Guatapé, andateci! Altri posti che mi hanno consigliato sono i due ristoranti a destra della chiesa. Per bersi una copa (un drink o un digestivo) andate al pub GateAway dove fanno anche musica dal vivo.

Il giorno dopo ho affittato un kayak e ho fatto un giro per la laguna fino ad addentrarmi in una baia suggestiva ma allo stesso tempo un po’ inquietante, perché essendo la stagione bassa (secca e quindi il livello dell'acqua nella laguna è 3-4 metri più basso), la parte di costa normalmente sommersa è arancione, rendendo il paesaggio un po’ marziano. Dopo aver aiutato una coppia che si era incagliata a un ramo con la canoa (sempre per il problema dell’acqua bassa), sono arrivata ai piedi del Bosko habitat Natural, un albergo eco friendly con delle camere a forma di igloo sulla collina e affacciate sulla laguna (non conosco i prezzi ma consiglio di darci un’occhiata).

Altre attività che vale la pena di fare sono un giro a cavallo sulle montagne intorno alla laguna e una gita a San Rafael: fatevi un bagno alle cascate e poi concludete in bellezza finendo la giornata con una degustazione di cioccolato locale.
Questo è un luogo dove tornare, con più tempo, durante la stagione alta, quando l'acqua innonda la laguna, quando la luce del sole riflette sull'acqua le forme sinuose di questa regione, quando accalorati i pescatori tornano e aprono i mercati alle prime luci dell'alba.




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